
Navigatore (senza mi perderei pure a Bergamo), direzione Negrar (VR), uno degli otto comuni che compongono la Valpolicella ed arrivo nel tardo pomeriggio alla cantina ed agriturismo F.lli Vogadori, dove tra l’altro ho prenotato una stanza per 2 notti. Un simpatico e corpulento signore, Emanuele, mi accoglie e dopo avermi consegnato le chiavi della stanza mi porta a visitare l’azienda. In tuta da ginnastica e ciabatte. (non che io fossi esattamente in abito da sera), comincia a spiegarmi di come lui e i suoi due fratelli portino avanti la tradizione del nonno che fu il primo della famiglia a produrre l’Amarone. Vedo pile e pile di uva in cassetta riposare per l’appassimento e sbircio in una di queste posta più in basso. “Vedi quest’uva nera dai grappoli così chiari? Questa è la molinara! La rondinella invece si riconosce perché in grappoli sono piccoli e scuri”. E mi appoggia un grappolo sulla mano; mi ritrovo a scrutarlo con interesse pensando che conosco a memoria i nomi di tutte le DOCG italiane ma poi non saprei riconoscere probabilmente un’uva da vino da una da tavola. Va bene, mi dico, ma in fondo sono qui per questo no?